Brain Superpowers: l’attenzione sostenuta

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Come abbiamo visto nella precedente neuropsillola sui “Brain Superpowers” che trovi qui, l’attenzione è un complesso processo cognitivo che ci permette di focalizzare le limitate risorse di processazione mentale solo sugli stimoli che riteniamo necessari in un determinato momento o per uno scopo specifico, ignorando quelli che non ci interessano.

Esistono varie tipologie di attenzione. L’attenzione sostenuta, anche indicata con il termine vigilanza, consiste nella capacità di mantenere uno stato attentivo costante per un lasso di tempo prolungato. Rispetto alle 3 dimensioni solitamente utilizzate per classificare l’attenzione (selettività, intensità e durata nel tempo), quindi, potremmo dire che l’attenzione sostenuta rispecchia quella della durata nel tempo, rispondendo alla domanda “per quanto tempo sei in grado di prestare attenzione?”.

Com’è facilmente intuibile, questa “componente temporale” dell’attenzione entra in gioco in tutti quei processi – cognitivi e non – che richiedano di rimanere concentrati su uno o più stimoli o su un determinato compito per un certo periodo di tempo. Ad esempio, anche quando si svolgono compiti motori è necessario mantenere un livello di vigilanza adeguato per eseguire correttamente i movimenti necessari.

Per questo motivo l’attenzione sostenuta è spesso definita una funzione neuropsicologica di base e prestazioni limitate rispetto a questa abilità cognitiva comportano conseguenze negative a cascata su tutti gli altri processi cerebrali e, più in generale, su ogni attività intrapresa quotidianamente.

Come per altre funzioni cognitive complesse, il controllo attentivo è mediato da un’estesa rete di regioni cerebrali, che operano congiuntamente ma sono più o meno coinvolte e reclutate in modo dinamico a seconda della tipologia e della quantità di attenzione richiesta in un certo momento.

In particolare, nel caso dell’attenzione sostenuta che fa riferimento ad una capacità di indirizzare volontariamente l’attenzione su aspetti specifici dell’ambiente per un certo periodo di tempo, il substrato neuroanatomico coinvolto è quello dell’attenzione endogena, costituito da parti della corteccia intraparietale e della corteccia frontale superiore.

A livello neurobiologico, invece, il sistema di vigilanza è basato sull’azione del neurotrasmettitore noradrenalina, per questo è centrato sul funzionamento del nucleo noradrenergico situato nel locus coeruleus, prevalentemente dell’emisfero destro, che permette di raggiungere e mantenere un buon livello di concentrazione.

Nella prossima neuropsillola di “Brain Superpowers” andrò ad approfondire le caratteristiche principali, i substrati neurali, i meccanismi di funzionamento neurobiologico e le conseguenti ricadute sul piano comportamentale di un’altra componente dell’ampio fenomeno cognitivo dell’attenzione, l’attenzione selettiva.


BIBLIOGRAFIA:

Purves D, Brannon EM, Cabeza R, et al: Principles of Cognitive Neuroscience, 2008, Sinauer Associates, Inc. (trad. it.: Neuroscienze Cognitive, Bologna, 2009, Zanichelli).

Stowe R, Ricci M: Funzioni cognitive e principi di valutazione neuropsicologica. In: Blundo C, Neuroscienze cliniche del comportamento: basi neurobiologiche e neuropsicologiche, psicopatologia funzionale e neuropsichiatria, ed 3, Milano, 2011, Elsevier.

Vallar G, Papagno C, Manuale di neuropsicologia, ed 3, Bologna, 2019, Il Mulino.

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